Basilicata impresa possibile PDF Stampa E-mail
di Ufficio stampa   
lunedì 18 novembre 2013

ImageDurante l'iniziativa del 12 novembre 2013 organizzata da Pensiamo Basilicata e Confindustria, il manifesto Pensiamo Basilicata ha consegnato ai candidati presidente un documento, denominato "L'agenda per le imprese", contenente le proposte programmatiche per far ripartire l'economia regionale.
Tutti i punti del documento interessano le piccole e medie imprese, incluse le società cooperative. In particolare, due dei punti riguardano strettamente la cooperazione: il punto 9 (cooperazione) e il punto 12 (welfare).

Di seguito, il documento e la comunicazione introduttiva di Paolo Laguardia, coordinatore di Pensiamo Basilicata.

::. Download
Basilicata Impresa Possibile. Comunicazione introduttiva di Paolo Laguardia Basilicata Impresa Possibile. Comunicazione introduttiva di Paolo Laguardia
Pensiamo Basilicata. L'agenda delle imprese Pensiamo Basilicata. L'agenda delle imprese

I temi dell'agenda rappresentano la base di partenza per la discussione che si avvierà nei prossimi giorni con il nuovo governo regionale.

1. Credito
Contro gli effetti di volatilità finanziaria prodotti dalla crisi, i Confidi hanno assunto sempre più un ruolo fondamentale nella riassegnazione del credito alle imprese in difficoltà. Crisi, però, che non è finita e difficoltà che non sono affatto diminuite. Occorre perciò rafforzare il patrimonio netto e il rating bancario delle PMI attraverso consistenti contributi per la formazione o l’integrazione dei fondi rischi e del patrimonio di garanzia ai Confidi nonché istituire il Fondo regionale di Garanzia e Controgaranzia per operazioni di ristoro e rassicurazione del credito a valere sulle garanzie prestate dai Confidi alle PMI lucane.

2. Governance regionale
Aggiornare, secondo il nuovo corso delle politiche pubbliche e con i valori dell’innovazione e del buon funzionamento, il profilo organizzativo della Regione, con tutto il campo dei suoi Enti strumentali e delle partecipate per riallinearli, secondo la loro stessa ragione istitutiva, ad essere strumenti di qualità e contenitori efficaci di servizi ai cittadini e alle imprese. Costruire una nuova regolazione moderna degli asset dipartimentali, ormai datati e perfino farraginosi, ripristinando innanzitutto l’agibilità finanziaria e strategica dell’Assessorato alla Programmazione.

3. Risorse per lo sviluppo
Acqua e petrolio sono risorse comunitarie. Appartengono prima di tutto alla polis, non alla politica. Sono beni a vantaggio dei cittadini, dei giovani, delle imprese che vanno utilizzate non come un bancomat pubblico per far rientrare inefficienze e barocchismi della spesa pubblica, ma come moltiplicatori collettivi di sviluppo sociale, culturale, economico. Su questi temi negli ultimi anni, la politica ha dato spesso prova di solitudini e fughe in avanti, mancando il suo compito istituzionale e collezionando un livello quasi indecoroso d’insuccessi. Ogni crisi, però, porta con sé anche un particolare spirito del tempo. E questo spirito del tempo, inquieto, ambizioso, mai appagato è oggi rappresentato dalla rivendicazione a viso aperto e con rabbia comunitaria che Pensiamo Basilicata, Confindustria e Cgil, Cisl e Uil hanno aperto contro il Decreto interministeriale che assegna briciole per mezzo di sofisticati artifici lessicali. Diversamente è necessario riaprire il tema delle rinegoziazioni e del Memorandum, pretendendo che la mano avida dello Stato sulle risorse lucane restituisca convenienze, opportunità, ristori, innanzitutto riconoscendo il carattere di specialità della Basilicata.
L’80% del totale del volume di petrolio estratto in Italia, che copre fino a circa l’11-12% del fabbisogno energetico del Paese, proviene dalla pancia della Basilicata. A questa funzione servente lo Stato deve ricambiare con un grande piano integrato di azioni di tutela dell’ambiente, di miglioramento della rete infrastrutturale, di creazione di nuova occupazione e di vantaggio competitivo per le imprese.
Inoltre deve riconoscere alla Basilicata la compartecipazione al gettito fiscale dei grandi player industriali che hanno qui sede operativa. 

4. Patto di stabilità
Sappiamo che i vincoli e le strettoie imposte dal Patto di stabilità non sono di fatto facilmente superabili per competenze di ordine legislativo, ma una loro mitigazione è di certo possibile, almeno per alleggerire il blocco dei pagamenti che da alcuni anni grava sull’intero sistema delle PMI. L’idea è quella di ripartire, tra le strutture regionali della spesa pubblica e sulla base di un criterio di ponderazione, l’assegnazione prioritaria di investimenti diretti alle imprese.
Se a questo aggiungiamo la possibilità di svincolare dalla contabilità del Patto di stabilità i fondi delle royalties e quelli post terremoto, si avrebbe un avanzo finanziario così notevole da riequilibrare lo stallo dei pagamenti alle imprese. Eppure mentre il Piemonte, in silenzio, ottiene il massimo risultato sbloccando i Fas dal Patto di stabilità, la Regione Basilicata si abbellisce solo della propaganda delle sue richieste, senza lottare seriamente per ottenerle.

5. Programmazione comunitaria 2014/2020
Non poco più di qualche settimana fa, con coraggio e solitaria schiettezza, il Ministro per la Coesione sociale, Carlo Trigilia ha utilizzato il tradizionale appuntamento di presentazione del Rapporto Svimez per denunciare l’utilizzo poco efficace delle risorse comunitarie, almeno nelle dinamiche generative e compositive dello sviluppo territoriale. Perfino le regioni con alte perfomance di spesa, come la Basilicata, scontano ritardi ed inceppamenti incomprensibili proprio sulla linea della crescita. Per questo la nuova mappa lucana della programmazione comunitaria 2014-2020 dovrà circoscrivere con maggiore nettezza le azioni a sostegno della modernizzazione e dell’innovazione del sistema produttivo, privilegiando unitarietà, coerenza procedurale e cultura del risultato e mettendo in campo interventi più selettivi rispetto al passato, ma anche e soprattutto, maggiormente rispondenti alle caratteristiche del territorio e alle effettive esigenze delle imprese.

6. Semplificazione
Il buon funzionamento di una macchina regionale e del suo sistema di governance degli enti strumentali e delle partecipate si nota anche dalla quantità e dalla qualità degli atti amministrativi che produce e sopratutto che richiede a cittadini ed imprese. Una mole indiscriminata di certificati di ogni tipo, contrassegnati da uno stile ambiguo e perfino contradditorio, rallenta la capacità di decisione degli uffici e grava come un vero e proprio piombo burocratico sul tempo e sulle tasche delle imprese, infiacchendo oltre misura la loro competitività.
E’ perciò interesse di tutti cambiare marcia, sburocratizzando le procedure, chiarificando ulteriormente il linguaggio istituzionale, rafforzando la digitalizzazione amministrativa, anche sui versanti della trasparenza e degli open data e riorganizzando le leggi di settore in testi unici aggiornati.

7. Suab / Osservatorio regionale sulle opere pubbliche
Una crisi generalizzata e profonda si combatte anche rilanciando il comparto delle costruzioni, messo a dura prova dal blocco prolungato delle opere pubbliche e dell’edilizia privata. Secondo i dati del secondo monitoraggio Ance in Italia ci sono 5 miliardi congelati, solo nelle casse di Comuni e Province. Risorse per investimenti diretti alle imprese di costruzioni e bloccate dal Patto di stabilità interno che in Basilicata rappresentano un “tesoretto”, anche al ribasso, di ben 19 milioni di euro su cui si potrebbe invece costruire una golden rule su edilizia, infrastrutture, dissesto idrogeologico, manutenzione strade e molto altro per alleggerire l’impatto dei mancati pagamenti. Naturalmente rimangono ancora valide e vincolanti, le indicazioni fornite dal documento degli Stati Generali delle Costruzioni di Basilicata del dicembre 2012.
Il sistema centralizzato di Consip per come è oggi costruito, rappresenta un’opportunità esclusiva dei grandi gruppi contro le PMI del territorio. Eppure il contenimento della spesa indicizzato dalla spending review proprio con i parametri Consip produce sul mercato un effetto distorsivo e non concorrenziale che andrebbe invece ribaltato a favore delle imprese locali, pur non rinunciando alle condizioni di economicità e di qualità della spesa pubblica.
Del resto è facilmente intuibile come un rigorismo assolutistico e sanzionatorio verso le PMI, accompagnato da un pesante clima d’incertezza del diritto e della sorte pubblica dei contratti e presenza di posizioni oligopolistiche e limitative del libero mercato, possa di fatto scoraggiare la vitalità e la dinamicità dell’economia.  Questi effetti ingiusti potrebbero, però, essere evitati o perlomeno alleggeriti dalla Stazione Unica Appaltante della Basilicata che aumenterebbe l’efficienza del sistema pubblico locale in materia di affidamento di lavori, servizi e forniture, centralizzando ed ottimizzando le procedure amministrative di gara non solo a vantaggio degli Uffici regionali ma anche degli enti locali, sub regionali e delle partecipate.
A tal proposito occorre che la SUAB venga modellata valorizzando le caratteristiche del tessuto imprenditoriale regionale, consentendo un proficuo scambio di flussi informativi, attraverso l’Osservatorio regionale sulle Opere pubbliche tra istituzioni e associazioni di categoria.      

8. Cooperazione
È stato il Censis, in più battute, a mostrare come gli effetti devastanti della crisi siano in larga misura riconoscibili nella scomposizione dei sistemi sociali e nella perdita d’identità competitiva dei segmenti unitari più significativi per l’economia di un territorio. E nonostante tutto, il mondo della cooperazione, anche probabilmente per le sue connotazioni di prossimità e di vantaggio competitivo ha saputo reagire positivamente alla crisi.
In Basilicata la presenza della cooperazione è notevole ed assume un valore di produzione non affatto trascurabile per l’incidenza sul PIL regionale. Un valore che è necessario sostenere, attraverso maggiori risorse ed uno specifico ddl di modifica della legge regionale n.50/97, oltre ad uno strumento come la sovvenzione globale che favorisca la capitalizzazione delle cooperative e dei loro consorzi attraverso la figura del socio e iniziative quali la formazione professionale, i sistemi di certificazione, l’animazione territoriale, la promozione marchi, la creazione di reti commerciali e l’aggregazione d’imprese.       
Inoltre occorre pensare ad agevolazioni su programmi d’investimento per l’ampliamento dell’attività produttiva, lo sviluppo di nuove attività, l’introduzione di innovazioni dal punto di vista tecnologico, produttivo, commerciale, organizzativo e gestionale, nonché gli start up di imprese e alla concessione di piccoli contributi/sussidi a fondo perduto per il sostegno ad imprese cooperative. Il contributo sarà massimo l’80% dell’investimento/spese ammissibili ed è concesso nell’ambito della regola del de minimis (Reg. CE 1998/06).

9. Commercio / Turismo
Ancora dentro gli strali della crisi e contro il calo recessivo dei consumi, il commercio ha ormai urgente bisogno di una rivisitazione della Legge regionale Quadro, peraltro già avviata ma non completata dal governo regionale. L’obiettivo è quello di una definizione puntuale ed aggiornata dello scenario entro cui collocare le policy attive d’intervento, i nuovi modelli di programmazione su scala territoriale e l’aggregazione delle imprese.
Ugualmente è necessario valorizzare i poli commerciali cittadini anche utilizzando la leva del cosiddetto Asse Città del POR 2014-2020 per innescare processi di riqualificazione utili anche alla crescita commerciale e turistica e semplificare ulteriormente procedure e regolazioni normative.
Sul turismo, sarebbe opportuno riallineare il Piano Turistico Regionale alle strategie di sviluppo locale esaltate dai Pacchetti Integrati di Offerta Turistica e sottese dal concetto di turismo rurale; rafforzandone il monitoraggio e la validazione locale e migliorandone il quadro complessivo delle intese realizzative con l’APT, anche con particolare riferimento alle potenzialità di promozione commerciale.

10. Artigianato
Per le vocazioni produttive ed artistiche della Basilicata e la tradizione mai interrotta della qualità e della dinamicità dei suoi mestieri, l’artigianato rappresenta un settore altamente strategico entro cui investire innovazioni programmatiche, adeguamenti legislativi e risorse certe. Al riguardo è indispensabile completare l’iter amministrativo del ddl regionale, approvato in giunta ma mai sottoposto al Consiglio regionale. L’intento di urgenza si spiega con l’obiettivo di fornire al settore una specifica normativa che in maniera aggiornata, adeguata ed organica sappia bene interpretare nella scala economica regionale, il nuovo protagonismo che l’artigianato intende rivestire, innanzitutto tutelando, sviluppando e valorizzando i suoi eccellenti prodotti.
Ci sarà spazio anche per la definizione degli strumenti d’incentivazione all’occupazione giovanile, per la formazione professionale ed il riconoscimento delle competenze, per le reti di impresa e l’internazionalizzazione delle produzioni artigiane.
L’istituzione poi della “bottega scuola” alle imprese artigiane come luoghi di apprendistato e del fare consentirà di rafforzare il significato della continuità artigiana, anche attraverso la divulgazione dei saperi e l’opportunità del ricambio generazionale.

11. Agenda digitale
Come è noto siamo una delle regioni a più alto divario digitale, in quanto area a fallimento di mercato. In tale contesto gli interventi per l’ampliamento della copertura di servizi a Larga banda e a Banda ultra larga, debbono servire da driver vero dello sviluppo perché accrescono competitività alle imprese, riducono tempi ed oneri burocratici, incrementano il valore dell’occupazione e rafforzano la cultura dell’innovazione come porta d’accesso principale al futuro del mondo.
Agenda digitale in questo senso rappresenta un’enorme potenzialità di crescita del territorio anche perfettamente in grado di sviluppare effetti moltiplicativi in almeno 4 campi chiave dell’economia lucana: il settore elettrico, la sanità, l’istruzione, le reti infrastrutturali.

12. Agroalimentare
è una componente strategica, perfino anticiclica, dell’economia lucana come confermano da tempo dati ed indicatori economici, produttivi e socio-demografici. Occorre però che si assuma per intero e senza più alibi istituzionali la dimensione vocazionale e specialistica che l’Agricoltura consegna alla crescita regionale, anche in un quadro di pesanti difficoltà congiunturali. Al riguardo si dovranno programmare azioni di rafforzamento e d’incentivazione anche e soprattutto a partire innanzitutto da Europa 2020, sapendo ben esprimere e rappresentare il campo largo di opportunità e potenzialità che quel traguardo può offrire all’agricoltura lucana nell’ottica della sua internazionalizzazione.
Inoltre occorre ripensare strutturalmente e funzionalmente le policy regionali sull’agroalimentare, sia dentro il quadro ragionato di coerenze e di riferimenti (PAC  europea e politica agricola italiana) che all’interno di connotati locali, come quelli derivanti dall’agricoltura  a supporto delle attività estrattive regionali.
Sarebbe anche utile promuovere, magari nei primi 100 giorni di attività del nuovo governo regionale, un pacchetto d’iniziative riferibili alla semplificazione e sussidiarietà in agricoltura, all’Accordo di programma regionale in materia di controllo e verifica nelle PMI, al Piano di intervento nei siti a rischio idrogeologico ai sensi della direttiva UE 60/07 e un ddl in materia di produzione e vendita di prodotti locali.

13. Manifatturiero e conveniente localizzative
Lo sviluppo del manifatturiero in Basilicata non può prescindere dalla definizione di una efficace politica di rilancio delle aree industriali lucane che rappresentano un vero e proprio asset centrale e strategico di un territorio più vasto, individuato baricentricamente nel bacino geografico del Sud tra le regioni della Campania, Puglia e Calabria. Di fatto questa particolare rilevanza geografico-economica può esprimere ancora grandi opportunità di crescita, a patto che sia rafforzata con risorse adeguate, ma anche convenienze localizzative tali da favorire l’insediamento strategico  di nuove funzioni produttive,  la selettività spaziale dei processi industriali e il concentramento di produzioni a elevato contenuto tecnologico.
è perciò indispensabile lavorare per rimuovere gli ostacoli principali all’attrattività  imprenditoriale: dalla lentezza burocratica alla mancata programmazione e pianificazione territoriale; dalla precaria opera di bonifica dei siti industriali ai costi onerosi dei servizi industriali, delle utilities e del costo dell’energia.

14. Welfare
Il sistema di Welfare regionale, nonostante i tagli incrementali sui trasferimenti statali, ha mantenuto, anche grazie ad un’agibilità dei bilanci regionali costruita su risorse aggiuntive. Eppure ancora molto si può fare. Innanzitutto vanno rafforzate le tutele ed i servizi ai disoccupati e alle famiglie, attraverso policy d’integrazione e d’inclusività. Anche sull’assistenza domiciliare e secondo le indicazioni del decreto Balduzzi vanno indirizzate più risorse e spazi finanziari all’assistenza domiciliare. Inoltre occorre ottenere al più presto la definizione regionale dei LEA sulla base della Legge 328/2000, l’immediata rivisitazione ed attivazione dei Piani Sociali di Zona con relativa riorganizzazione degli Uffici di Ambito, l’adeguamento automatico Istat e la riorganizzazione dei costi del lavoro sulla base dei rinnovi contrattuali per i servizi periodicamente prorogati. A tutto questo bisognerà aggiungere l’abbattimento totale dell’Irap per imprese e cooperative sociali e per tutti gli organismi del Terzo Settore così come già avviene in molte regioni italiane.

 

 
 
 

Eventi

« < Marzo 2024 > »
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
26 27 28 29 1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
« < Aprile 2024 > »
Lu Ma Me Gi Ve Sa Do
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 1 2 3 4 5
Nessun evento