Si sposta dai petrolieri al credito l'onere per il fondo di solidarietà. Faissola: meglio abolirla
«L'aumento della pressione fiscale sia temporaneo». Mutui, dall'accordo risparmi per 1.800 euro
ROMA - La Robin Hood Tax?
«Sarebbe meglio eliminarla prima che entri in vigore. In ogni caso dovrebbe
durare il meno possibile». L'altolà di Corrado Faissola, presidente dell'Abi,
giunge inaspettato.
Quantomeno per il giudizio
tranchant espresso dall'avvocato ligure, numero uno del consiglio di
sorveglianza dell'Ubi, solitamente prudente nel prendere posizione sulle misure
di politica del governo. Il fatto è che l'esecutivo ha fatto arrivare in
Parlamento una bozza di emendamento che in pratica, se confermata,
alleggerirebbe la Robin tax per i petrolieri, anche se non dei gruppi maggiori,
e trasferirebbe sulle banche l'onere di finanziare il fondo di solidarietà per
gli anziani più poveri. E in Abi non c'è dunque spazio per toni troppo
diplomatici. Tanto più che Faissola terrà oggi la sua relazione all'assemblea
dell'Abi, che lo riconfermerà alla presidenza, e il trattamento fiscale delle
banche sarà uno dei punti principali della sua analisi, come rivela nella
conferenza stampa della vigilia.
In pratica l'emendamento del
governo propone la soppressione dell'acconto di novembre sulle royalties per
gli impianti di estrazione di idrocarburi in Basilicata, e l'esenzione
dall'aliquota al 33% per le imprese che utilizzano prevalentemente fonti
rinnovabili. Per la parte riguardante le banche non si prevedono invece
modifiche. «I provvedimenti di aumento della pressione fiscale devono essere
considerati come assolutamente straordinari» afferma il presidente dell'Abi
chiedendo che la pressione fiscale «sia ricondotta nei tempi più stretti a
livelli compatibili con le capacità di competere nel contesto internazionale ».
Le imposte pagate dalle banche, spiega Faissola, «hanno raggiunto gli 8,4
miliardi di euro, il 10% del totale versato dalle società». Nello stesso tempo
il sistema del credito «copre una quota di valore aggiunto nazionale pari al
4,3% del totale». I due dati non sono compatibili, «ma certo indicano come il
peso fiscale sia sbilanciato sulle banche ». Altra cosa è l'accordo sui mutui
raggiunto col ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: su un mutuo di 100
milioni di euro l'alleggerimento delle rate, dice Faissola, potrebbe essere di
1.856 euro l'anno. Le banche comunque faranno anche altro: «aboliranno la
commissione sul massimo scoperto». E la sostituiranno con una commissione
parametrata al fido concordato. Ci vorrà qualche mese perché il nuovo
meccanismo entri in vigore ma le banche, perlomeno le più grandi, dice il
presidente Abi, si apprestano ad annunciare la decisione.
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