"La sostenibilità dello Jonio lucano. Dalla piccola pesca artigianale all'istituzione dell'area marina protetta" è il titolo dell'iniziativa, promossa da Legacoop Basilicata, che si è tenuta all'Oasi Wwf di Policoro il 29 agosto scorso. L'evento, inserito nel cartellone estivo del Comune di Policoro, ha segnato di fatto un passo importante verso l'avvio del Comitato promotore dell'area marina protetta dello Jonio lucano.
All'interno dell'iniziativa è stata inserita una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di una parte rilevante, ma certamente non esaustiva, di attori territoriali interessati alla costituzione dell'area marina protetta, che ha l’ambizioso obiettivo di avviare un iter che è risaputo essere particolarmente lungo e laborioso.
Dagli interventi che si sono succeduti è emersa chiara l’enorme potenzialità di questo lembo di terra lucana, che ha tutte le caratteristiche per essere promosso ad area marina protetta, dal mare, alla terra, dalle risorse naturali a quelle archeologiche e paesaggistiche, dall’esistenza dei siti di interesse comunitario alla presenza di tartarughe e cetacei che godono di un mare prezioso. Quattro delle cinque bandiere blu 2023 assegnate alla Basilicata, infatti, insistono proprio su questa costa. La valorizzazione ambientale di questo lembo di terra che si estende da Metaponto, al confine con la Puglia, fino a Nova Siri, a ridosso della Calabria e che comprende i comuni di Bernalda, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella e Nova Siri risulta estremamente strategico per lo sviluppo di tutte le attività dal turismo alla pesca, all’agricoltura. Anche l’Agenda 2030 sottolinea che occorre “entro il 2030 aumentare i benefici economici derivanti dall'uso sostenibile delle risorse marine per i piccoli Stati insulari e i paesi meno sviluppati, anche mediante la gestione sostenibile della pesca, dell'acquacoltura e del turismo (Goal 14 – Target 7)”.
Risulta evidente, quindi, che una valorizzazione sostenibile di tutto ciò può essere messa in campo dall’istituzione di un’area marina protetta.
“L’iniziativa inserita nel solco più ampio delle iniziative sulla sostenibilità che stiamo proponendo su tutto il territorio lucano – sottolinea il presidente regionale di Legacoop Innocenzo Guidotti – mira a invitare a conservare e utilizzare in maniera oculata le risorse naturali. L’idea è creare un turismo ed una pesca sostenibili, potremo fare qualcosa di importante senza incidere sul sistema ecologico regionale. Questo è soltanto un primo appuntamento che rilanceremo con una rete ancora più larga di soggetti, per accendere l’attenzione sull’opportunità di incentivare le attività sostenibili e limitare quelle inadeguate, di promuovere programmi di studio e di ricerca, di intercettare ulteriori occasioni di sviluppo in un’area che riveste un’importanza strategica per la Basilicata e su cui la cooperazione, con le attività agroalimentari e di pesca sostenibile, è presente e attiva”.
L’avvio dell’iter di istituzione dell’area marina protetta della costa jonica rientrerebbe nell’obiettivo del raggiungimento del 30% di aree protette a terra e a mare previsto dalla Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 e inserito nelle 7 priorità politiche 2022-2024 del ministero della transizione ecologica. Il Ministero non solo fa proprie le indicazioni Ue e Onu, ma prevede espressamente di recuperare il ritardo più grande che l’Italia ha nel campo della protezione ambientale.
Il processo partecipativo o di progettazione partecipata che deve portare all’istituzione dell’AMP, oltre che ad integrare l’elenco degli stakeholder già coinvolti con altri importanti attori della sostenibilità e della fruibilità del mare come Arpab e Capitaneria di porto, solo per per citarne alcuni, dovrà mirare a coinvolgere sempre di più le comunità con i suoi cittadini. Tutti dovranno sentirsi partcipi e volano di un processo virtuoso di tutela e salvaguardia di un patrimonio, provando anche così ad ostacolare quei fenomeni tanto diffusi di spopolamento e abbandono del territorio.
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