«In questi giorni, 3 e 4 marzo, si è celebrato a Roma il 41° Congresso
nazionale di Legacoop, che si è concluso con l’elezione a presidente di
Simone Gamberini. Tra i tanti temi incardinati nel dibattito, è
risultato centrale quello dell'annullamento delle diseguaglianze e del
livellamento degli squilibri, dell'unità e della coesione territoriale.
Negli stessi giorni, paradossalmente, si è consumato un atto che rischia
invece di generare fratture ancora più profonde, di tracciare un solco
non più colmabile tra sud e nord del Paese». Lo sostiene Innocenzo
Guidotti, presidente di Legacoop Basilicata.
«Il via libera in Conferenza Stato-Regioni al disegno di Legge del ministro Calderoli sull'autonomia differenziata, votato anche dal presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, e le modalità di filiera che lo hanno determinato – prosegue Guidotti – configurano un ulteriore arretramento dei territori più fragili e acuiscono il senso di sfiducia, la distanza dei cittadini, in particolare quelli lucani, dalle rappresentanze istituzionali. Determinerebbe invece, inevitabilmente, un impatto al ribasso sui servizi essenziali, uno scivolamento di questi territori verso un abisso sempre più profondo».
«La cooperazione, che predica e agisce unitariamente per non lasciare indietro nessuno, sente la responsabilità di invitare tutti a ritrovare compattezza, ad accantonare gli interessi di parte per intraprendere un percorso comune che eviti la marginalizzazione della Basilicata e dei suoi abitanti, che la collochi, in una logica di centralità del Mezzogiorno, su una traiettoria di rilancio. Sono necessari – ribadisce il presidente di Legacoop Basilicata – ulteriori luoghi di ascolto e confronto tra istituzioni e società civile, consultazioni non formali ma sostanziali anche con le parti economiche e sociali prima di assumere decisioni importanti che investono imprese, lavoratori, cittadini. Qualora la legge dovesse avanzare in Parlamento – conclude Guidotti – i diritti basilari, universali ed essenziali non sarebbero garantiti in modo uniforme a tutti i cittadini italiani, determinando una secessione di fatto, una spaccatura definitiva del Paese».
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