Programmazione e spesa, coinvolgere attivamente le parti economiche e sociali |
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di Ufficio stampa
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giovedì 18 luglio 2013 |
Il coinvolgimento delle parti economiche e sociali nella programmazione deve essere tempestivo e sostanziale, non formale e strumentale. Questo il richiamo alle istituzioni regionali da parte delle associazioni del manifesto Pensiamo Basilicata, che hanno già visto scivolare nel nulla le richieste, inoltrate – congiuntamente a Confindustria – il 17 maggio e il 5 luglio al presidente e al vicepresidente della Giunta regionale, di convocazione urgente della Cabina di regia perché luogo, prima ancora del Comitato di sorveglianza, idoneo ad affrontare i temi della ricognizione della programmazione 2007/2013 e a definire le priorità del nuovo ciclo 2014/2020.
Nonostante
le ripetute sollecitazioni, non è ad oggi pervenuto nessun
riscontro. Quello che si temeva, dunque, sta accadendo: nel vuoto
politico, determinato dalle dimissioni del presidente De Filippo e
l'apertura della conseguente crisi, l'apparato burocratico continua a
voler gestire la situazione con i vecchi schemi generando di fatto
l'ingessamento della macchina pubblica. Occorrono invece nuove
modalità, adeguate ad una fase in cui il Governo regionale non è
legittimato ad assumere decisioni strategiche senza un coinvolgimento
diretto delle parti sociali che, in assenza della rappresentanza
diretta determinata dai cittadini, aiutano ad interpretarne i
bisogni. Il partenariato sociale sembra invece relegato a semplice
esercizio per mandare avanti formalmente le procedure comunitarie, ma
di fatto depauperato del ruolo poiché non è messo nelle condizioni
di poter avanzare le proprie istanze e intervenire sui livelli
decisionali per contribuire a sollevare le sorti dell'economia
lucana; tanto che gli stessi incontri tecnici del partenariato
economico sociale, tarati su un'impostazione quasi "didattica"
più che su un reale confronto, si traducono in una presa d'atto di
decisioni calate dall'alto e non frutto di una concertazione reale.
L'agenda regionale,
insomma, sembra focalizzata sui posizionamenti personali e più che
mai distante dai problemi reali delle imprese e dei cittadini lucani.
Ne è ultimo esempio la delibera del 18 giugno relativa al Patto di
stabilità: mentre vengono allentati oltre 100 milioni relativamente
alla spesa corrente e alla spesa assistenziale, viene sbloccato
soltanto il 25% rispetto ai crediti pregressi maturati dalle imprese,
di cui appena un acconto viene messo in pagamento. Senza un deciso e
immediato cambio di metodo che accolga il contributo delle parti
sociali, si corre il concreto rischio di veder scorrere i titoli di
coda sull'economia regionale.
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